Ricerca"La stessa emozione, lo
stesso stupore e mistero ritornano ogni volta quando noi guardiamo a
qualunque problema con sufficiente profondità. Una più grande
conoscenza porta con sé un più profondo e meraviglioso mistero che
ci chiede di scavare ancora più a fondo senza il timore che la
risposta possa essere deludente, ma con piacere e confidenza
guardiamo ogni nuovo sassolino per trovare stranezze inimmaginabili
che ci conducono a nuove stupefacenti domande e a nuovi misteri". I progetti di ricerca attivati presso l'Osservatorio Astrofisico R.P.Feynman sono quelli accessibili con strumentazione di modesta apertura in ambiente cittadino. L'obiettivo è anche quello di ottenere dati scientifici reali da utilizzare nell'ambito delle iniziative didattiche del Progetto Polaris e della Polaris Academy. Nel corso degli anni si sono succeduti vari programmi osservativi, tra cui ALP (Asteroid Lightcurve Program) dedicato principalmente al perfezionamento dei periodi di rotazione di asteroidi della Fascia Principale, ExoT (Exoplanet Transit), uno studio di fattibilità per la rivelazione fotometrica di transiti di pianeti extrasolari, ed il VSP (Variable Star Program), che si articola essenzialmente in due tipologie di esecuzione, una che prevede l'acquisizione e la misura della curva di luce di sorgenti variabili note, al fine di apprendere le tecniche e le metodiche di acquisizione ed analisi dati, l'altra più focalizzata sulla ricerca di variabili sconosciute. Nonostante le numerose survey automatiche è ancora possibile scoprire nuove stelle variabili con una opportuna programmazione e, soprattutto, un'accurata e meticolosa riduzione e analisi delle misure, anche con strumentazione commerciale. Un interessante risultato è stata la scoperta e la caratterizzazione di una nuova stella variabile del tipo Delta Scuti che insieme ad una di tipo RRLyrae e alle altre variabili ad eclisse di tipo EA, EB ed EW porta a 39 il numero delle scoperte presso l'Osservatorio. Attualmente il programma di ricerca principale è il VCat e riguarda le stelle variabili cataclismiche essendo l'Osservatorio nodo delle reti internazionali sia dell’americano CBA - Center for Backyard Astrophysics che della giapponese VSNET-Variable Star Network. La curva di luce dell'evento TCP
J05074264+2447555 che mostra chiaramente una struttura
associata al nostro esopianeta Feynman-01. Per saperne di
più:
Discovery of a bright microlensing event with planetary
features towards the Taurus region: a super Earth planet
La spettacolare evoluzione della curva di
luce della variabile cataclismica OV Boo
Caratteristiche delle 39 stelle variabili scoperte finora Altri esempi: |
- Exoplanet
photometry from backyard observatory -
VII Congresso Nazionale di Scienze Planetarie - S.Felice
Circeo (Lt), 5-9 Settembre 2006 |
L'ALP (Asteroid
Lightcurve Program) è uno dei programmi di
ricerca/didattica attivi presso l'Osservatorio Astrofisico
R.P.Feynman focalizzato sulla fotometria di asteroidi, con lo
scopo di ricavarne la curva di luce e i periodi di rotazione. Un
buon numero di esempi è riportato nella pagina
ALP (Asteroid
Lightcurve Program). Ci sono centinaia di migliaia di oggetti
che gironzolano per il Sistema Solare, ma si conoscono questi
parametri solo per pochissime migliaia. L'ideale è collaborare
con i teorici, che con questi dati elaborano i loro modelli
dinamici ed evolutivi.
Alcuni esempi significativi:
- Rotation period and lightcurve
analysis of selected asteroids - VII Congresso Nazionale
di Scienze Planetarie- S.Felice Circeo (Lt), 5-9 Settembre 2006
- Lightcurve analysis of asteroids
453 Tea and 454 Mathesis - Minor Planet Bulletin, 33/4 - Ottobre
2006 Lightcurve analysis of asteroids 300 Geraldina, 573 Recha,
629 Bernardina 721 Tabora, 1547 Nele, and 1600 Vyssotsky
- Minor Planet Bulletin, 33/3 - Giugno 2006
- Lightcurve analysis of asteroids
78, 126, 522, 565, 714, 1459, 6974 - Minor Planet
Bulletin, 33/1 - Gennaio 2006
Un lavoro particolarmente simpatico (per la compagnia e per
l'enorme divario tra i mezzi impiegati, i telescopi da 8 metri
del VLTI dell'ESO, in Cile e il 21 cm dell'osservatorio) è stata
la prima osservazione di un asteroide con il sistema
interferometrico del VLTI, che essendo una novità del settore è
stato presentato in diversi congressi:
- MIDI observations of asteroids:
1459 Magnya: First attempt of interferometric observations of
asteroids with the VLTI, Marco Delbò, Mario Gai, Mario G.
Lattanzi, Sebastiano Ligori, Davide Loreggia, Laura Saba,
Alberto Cellino, Davide Gandolfi, Domenico Licchelli, Carlo
Blanco, Massimo Cigna, and Markus Wittkowski.- Icarus, 181,
618-622, 2006
- Observations of asteroids with the
VLTI: 1459 Magnya - Delbò, M., Loreggia, D., Ligori, S.,
Gandolfi, D., Licchelli, D, Gai, M., Saba, L., Lattanzi, M.G.,
Cellino, A., Wittkowski, M. - IAU Symposium No. 229 Asteroids,
Comets, Meteors, August 7-12, 2005, Busions, Rio de Janeiro,
Brazil.
- Observations of asteroids with the
VLTI: 1459 Magnya - Delbò, M., Loreggia, D., Ligori, S.,
Gandolfi, D., Licchelli, D, Gai, M., Saba, L., Lattanzi, M.G.,
Cellino, A., & Wittkowski, M. - ESO Workshop "The power of
optical/IR interferometry: recent scientific results and 2nd
generation VLTI instrumentation" 4-8 April, 2005. ESO, Garching
bei Muenchen, Germany
Un'altra linea di ricerca molto
interessante, condotta presso il Dipartimento di Fisica
dell'Università del Salento, è stato lo studio spettroscopico di
materiali di interesse planetologico, con risultati lusinghieri
nell'ambito della ricerca di possibili forme di vita su Marte.
Alcuni esempi:
- Study of terrestrial fossils in
phyllosilicate-rich soils: Implication in the search for
biosignatures on Mars - V. Orofino, A. Blanco, M. D’Elia,
D. Licchelli, S. Fonti and G.A. Marzo, - Icarus, Volume 208,
Issue 1, July 2010
- Infrared spectroscopy of carbonate
samples of biotic origin relevant to Mars exobiological studies
- Vincenzo Orofino, Armando Blanco, Marcella D’Elia, Domenico
Licchelli, Sergio Fonti, - Icarus, 187, 457-463, 2007
- Caratterizzazione fisica di
minerali biotici e abiotici di interesse esobiologico -
D’Elia, M., Blanco, A., Licchelli, D., Orofino, V., Fonti, S.
XCII Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica,
Torino 18-23 Settembre 2006 - Premiata come "Seconda migliore
comunicazione della Sezione III: Astrofisica e Fisica Cosmica".
- Laboratory research on physical
characterization of minerals of Martian interest -
VII Congresso Nazionale di Scienze Planetarie - Blanco, A.,
D’Elia, M., Licchelli, D., Orofino, V., Fonti, S. - S.Felice
Circeo (Lt), 5-9 Settembre 2006 Studies of biominerals relevant
to the search for life on Mars - Blanco, A., D’Elia, M.,
Licchelli, D., Orofino, V., Fonti, S. - National Workshop on
Astrobiology: Search for life in the Solar System - Capri 26-28
October 2005
- La ricerca dei carbonati di origine
biologica su Marte: studi per l'analisi di suolo marziano
- D’Elia, M., Blanco, A., Licchelli, D., Orofino, V., Fonti, S.
- XCI Congresso Nazionale della Società Italiana di Fisica -
Settembre 2005
- A comparative study of biotic and
abiotic minerals in the context of the research of life on Mars
- D’Elia, M., Blanco, A., Licchelli, D., Orofino, V., Fonti, S.
- 7th Multinational Congress on Microscopy - Portorož, Slovenia,
Giugno 2005
- The infrared spectroscopy of biotic
and abiotic minerals: its relevance to Mars studies -
Blanco, A., D’Elia, M., Licchelli, D., Orofino, V., Fonti, S. -
VI Congresso Nazionale di Planetologia, Aosta, Gennaio 2005
Il Gruppo di Astrofisica dell'Università del Salento aveva già
avviato un programma di studio spettroscopico sui carbonati.
L'idea di inserire nelle ricerche anche campioni fossili di
varie ere geologiche è venuta dall'osservazione di alcune
immagini riprese su Marte dal Rover Opportunity. Il tipo di
rocce era infatti morfologicamente simile ad alcune presenti nel
Capo di Leuca. A poca distanza da queste, si possono rinvenire
rocce sedimentarie di natura organogena, principalmente
scheletri calcarei di conchiglie. Ci siamo chiesti quindi se era
ancora possibile, mediante le tecniche di analisi impiegate nel
Laboratorio di Astrofisica (DTA, FTIR, SEM), discriminare la
natura biotica o minerale dei carbonati costituenti le rocce,
anche in virtù del fatto che è sicuramente più probabile trovare
su Marte tracce di vita fossili piuttosto che recenti.